La Collegiata
LA COLLEGIATA
Maestosa, la collegiata è un’ulteriore testimonianza dell’antico splendore del borgo medievale di Triora. Della primitiva chiesa a tre navate e con il campanile a cuspide, com’era raffigurata nei disegni tramandatici, non restano che pochi segni; il portale a sesto acuto con blocchi di pietra nera, alternati ad altri di marmo bianco, parla di un antico e glorioso tempio cristiano. L’antica facciata neoclassica, rifatta a nuovo nel 1770 sotto la direzione dell’architetto Andrea Notari, ha purtroppo cancellato i lastroni di pietra nera e le pitture raffiguranti la Madonna, San Giovanni Battista e San Dalmazzo. Dal 1556 sede della Parrocchia, trasferitavi dalla declinante San Pietro e Marziano martiri fuori delle mura, la collegiata, ridotta ad una navata negli anni dal 1770 al 1775, ebbe grandissima importanza quale chiesa matrice, alla quale cioè erano sottoposte le decine di parrocchie o rettorie esistenti sul vastissimo territorio.
Custodisce nel suo interno importanti opere d’arte. Nel battistero è conservata l’opera più pregevole esistente in Triora: il Battesimo di Cristo, dipinto nel 1397 dal senese Taddeo di Bartolo. Di pregevole fattura anche le due tavole ai lati dell’altare, riferibili agli inizi del secolo XV. Quella e destra, la Pietà, raffigura Cristo morto compianto dalla Madonna, dalla Maddalena, da San Giovanni Evangelista e dalle Pie Donne. La tavola a sinistra, invece, ha una storia singolare. Nel corso dei lavori di restauro nell’anno 1949, sotto la pittura dell’Ecce Homo applicatavi nel secolo XVI per rendere consono il quadro al culto delle Anime Purganti, la radiografia scoprì la preesistente figura di San Giacomo il Minore, figlio di Alfeo, barbuto, con bordone da pellegrino cui è appeso il cappello; il tutto su sfondo dorato e suddiviso da lineette a guisa di rete.
Il quadro dell’ancona, l’Assunzione, risale al 1680 ed è opera del pittore triorese (1625-1690) Lorenzo Gastaldi. Rappresenta una splendida e fedele copia del quadro del bolognese Guido Reni esistente nella chiesa di Sant’Ambrogio a Genova. Sopra all’altare si eleva un antico crocifisso ligneo di Anton Maria Maragliano, mentre appoggiato alla balaustrata marmorea, recante la data del 1737, è un pregevolissimo Cristo del secolo XIV avanzato, con qualche influsso francese ma sicuramente eseguito in Italia.
E’ particolarmente venerato e trasportato verticalmente sul monte delle Forche la seconda domenica dopo Pasqua, unitamente al gruppo statuario della Madonna della Misericordia, scolpito nel 1841 dallo scultore genovese Paolo Olivari, ed alla pesante croce nera collocata nel vicino oratorio.
Altre opere di grande interesse storico ed artistico sono numerose tele, acquasantiere marmoree, una tavola di noce con apposto il trigramma (IHS) intrecciato del nome di Gesù, contornato da un cordone francescano ed urne con le reliquie di san Giovanni da Triora e del misterioso san Tusco.
Una visita è quanto mai appagante sotto ogni punto di vista: artistico, culturale e religioso.
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